1. 10 dischi rock da ascoltare prima dei 18 anni

    AvatarBy Revi il 19 May 2012
     
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    Top of Report

    Oggi, nell'anniversario del debutto cinematografico di Star Wars I - La Minaccia Fantasma, colgo l'occasione per annunciarvi un appuntamento che 'un c'ha nulla a che fa.
    Da oggi parte Top of Report, un'appuntamento settimanale e una guida all'ascolto di quelli che a mio sommo giudizio sono i dieci dischi che uno dovrebbe ascoltare nell'arco della vita.
    Ogni settimana verrà pubblicata un'idea, un racconto, una spiegazione, un'accozzaglia di parole inerenti a quell'album che spero troviate non noiose.

    N.B.: I nuovi album verranno aggiunti settimanalmente al post iniziare tramite modifica del post. Gli aggiornamenti verranno segnalati all'interno del topic da un membro dello staff.
    Non vi resta che fare una bella X sul calendario sui prossimi dieci week-end.



    WE WILL ROCK YOU!!!



    Zio Revi ma quando eri giovane, che musica ascoltavi?
    Non Skrillex, te lo posso giurare.
    Ascoltavo, mio caro nipote, una musica pura di cui in parecchi ne ricercano l'essenza ma solo in pochi la sanno levigare. Ogni singolo gruppo ha cambiato il concetto di far musica e la storia, ma voi giovinastri che ne volete capire. Avete il computer che suona al vostro posto, mica come ai mi' tempi...

    E sentiamo un po' zio, quali erano i tuoi gruppi preferiti?
    Mica facile rispondere. Fammi pensare, vediamo...


    The Dark Side of the Moon


    Vedi Gennarino quando ero io ero giovane ascoltavo un gruppo che... Ah! Non puoi capire! Avevano iniziato a suonare molto prima che io nascessi e quando avevo più o meno la tua età si erano già sciolti da un pezzo.
    Il nome di questo gruppo è Pink Floyd e la storia vuole che questo nome fosse stato suggerito a Syd Barrett dagli alieni.
    Nel 1973 negli studi di Abbey Road a Londra, tanto cari ai Beatles, il disco The Dark Side of the Moon vede la luce. Il successo del disco fu immediato e l'esplosione provocata avrebbe scosso la Terra per molti anni a venire rendendolo uno dei dischi più venduti nella storia e l'album più noto dei Pink Floyd.
    The Dark Side of the Moon è un concept album della durata di quaranta eclissi di suoni che turbano e scuotono e elevano e immolano l'animo umano. In tutto l'album vengono affrontati argomenti che da sempre smuovono l'uomo come il passare del tempo e degli anni in Time, l'avarizia ed il rapporto con soldi in Money, la follia e l'infermità mentale in Brain Damage.
    Ascoltando il disco è facile notare come in alcune parti spuntino pezzi di dialoghi, voci fuoricampo, urla e risate al limite della sanità psichica.
    Fra le tematiche affrontate non può mancare la più misteriosa: la morte. Se in The Wall viene affrontata la morte dei sentimenti in The Dark Side of the Moon la morte viene presa di petto nel brano The Great Gig in the Sky e introdotta così
    CITAZIONE
    "I am not frightened of dying, any time will do, I don't mind. Why should I be frightened of dying? There's no reason for it, you've got to go sometime"

    «Io non ho paura di morire, ogni momento è buono, non m'importa. Perché dovrei aver paura di morire? Non ce n'è motivo, prima o poi bisogna andarsene»

    Un'accettazione del destino asettica e logica, una presa di coscienza di un uomo rassegnato al fatto che prima o poi il nostro tempo finirà e che non possiamo fare nulla per cambiare questa sorte. Se dedichiamo al disco un ascolto attento e minuzioso è possibile, sempre nello stesso brano, sentire un bisbiglio dall'altro mondo al minuto 3:33 sussurrare le parole
    CITAZIONE
    If you hear this whisper, you gonna die.

    Se senti questo bisbiglio morirai.

    Siete riusciti a sentirlo? Spero di no. Comunque queste non sono le uniche frasi che si sentono pronunciare all'interno del disco. Il disco si apre con la ripetizione di due frasi emblematiche che rimandano all'ex membro fondatore Syd Barrett
    CITAZIONE
    «I've been mad for fucking years, absolutely years»

    che ha avuto a che fare con grandi problemi di consumo d'alcool e di sostanze stupefacenti
    CITAZIONE
    «I don't know, I was really drunk at the time».

    Ci sono voci che affermano il fatto che The Dark Side of the Moon fu utilizzato come colonna sonora del film Il Mago di Oz del 1939 e che se lasciate partire in contemporanea film e album si possono notare delle affinità piuttosto evidenti. I Pink Floyd hanno sempre smentito e hanno commentato la cosa come "divertente" ma questo non ha scoraggiato assolutamente i San Tommaso della situazione che hanno voluto controllare queste affinità in quello che è stato rinominato The Dark Side of the Rainbow o The Dark Side of Oz.
    Se anche voi finché non vedete, non credete non vi resta che fare i pop-corn, versare un bicchiere di cocacola e cliccare sul link. The Dark Side of the Rainbow, 43 minuti del film "Il Mago di Oz" con "The Dark Side of the Moon" come audio. Commenti?

    Velvet Underground + Nico


    Dall'Inghilterra dei Pink Floyd ci spostiamo negli U.S.A.. Sono gli anni '60 e nella West Coast il Flower Power sta avanzando, il sesso è libero e la rivoluzione hippie sta per raggiungere il suo apice.
    Sulla East Coast, per esattezza nella Grande Mela, un nuovo gruppo sta nascendo i loro nome è Velvet Underground.
    La voce e leader del gruppo è lui: Mr. Lou Reed affiancato dalla bellissima Nico, in questo primo album d'esordio.
    La presenza nel gruppo da parte della giovane cantante tedesca fu voluta dal manager della band, l'artista e ideatore della Pop Art Andy Warhol.
    La copertina ad oggi è un vero e proprio simbolo della sua arte: la banana con la una minuscola scritta Peel slowly and see (sbuccia lentamente e guarda) stampata accanto.
    Rimuovendo la buccia spuntava fuori un'allusiva banana rosa shock rendendo il tutto più bizzarro e concettuale.
    Il disco è un inno sacro (:asd:) alla triade dannata of sex, drugs and rock n' roll.
    I suoni, le melodie, i ritmi ma soprattutto i testi dei Velvet Underground non sono altro che una messa in musica di scritti di diario, un resoconto distorto e visionario delle notti in equilibrio sulle lamette sporche di coca, un tuffo in un cucchiaino annerito dalla fiamma respirando un aria satura per le centinaia di sigarette.
    L'album non è che un enorme viaggio psichedelico nella metropoli accompagnati dal fantasma della paranoia e dell' ansia, il tutto suggestionato da pesanti dosi di speed-ball e lsd.

    La luce del sole che filtra attraverso le tende vi sveglia. Tirate su il torso, la bocca è impastata, avete ancora in dosso le scarpe e una fitta vi spacca le meningi. Vi alzate, la vista è ancora annebbiata. Siete li di fianco al letto, immobili, a fissare il nulla con le palpebre che stanno per richiudersi e ricascate sul letto alzando una nuvola di polvere. Dopo chissà quanto vi riprendete, c'è ancora il sole. E' domenica mattina. Gli occhi sono sempre pesanti ma la vista è nitida e il dolore alla testa si è attenuato. Occhiali da sole, giubbotto, uscita. Siete in strada, c'è un gran rumore e chiasso per le strade di New York anche se è domenica mattina, gente che si muove da una parte all'altra della città in continuazione in modo frenetico e malato. Salite sul primo taxi libero e farfugliate all'autista l'indirizzo Lexington 125.
    Scendete, siete arrivati, vi appoggiate al muro e lentamente scivolate giù. Mano destra taschino sinistro, tre colpi sul pacchetto morbido, una Marlboro rossa. Non vi resta che aspettare il vostro tipo. Passa una mezz'oretta e i mozziconi spenti sul marciapiedi iniziano a essere sette. Poco dopo, quando ormai l'ottava era metà, arriva e vi invita ad andare a bere qualche birra a casa sua. Vi mettete a sedere intorno un tavolo di legno circolare vi porge un bicchiere e mette in tavola una bottiglia di vino rosso. Il tempo passa ma te non hai la minima idea di che ore siano, vedi solo che il sole è ancora alto nel cielo ma non hai cognizione. La prima bottiglia è andata e una gemella si è appena unita a voi accompagnata da una canna che brucia sulle sue labbra dipinte di rosso mentre vi fissa con i suoi false and colored eyes. I sensi sono alterati, l'alcol sta agendo sul vostro sistema inibitorio e la conversazione è diventata più fluida e piccante. Il gioco si sposta in camera. Siete distesi sul letto, continuate a parlare. Sul comodino notate un libro. Il titolo è Venere in Pelliccia. Vi lasciate trasportare da lei mentre un vortice vi risucchia la mente e godete. Vi rivestite e prima di uscire lei vi poggia sulla mano un sacchetto pieno di polvere giallastra per ripagarvi della compagnia. Uscite da casa sua e iniziate a correre, correre, correre per non essere beccati con la roba addosso. Avete appena sorpassato Union Square, siete quasi a casa vostra, il vostro nido.
    Appena entrate in casa notate il disordine e la confusione che fa da padrona dovuta alla festa della sera prima. Questo vi fa sorridere e sperare che ci saranno altre feste nel vostro futuro. Ti metti a sedere su un vestito di chissà qualche povera ragazza stropicciandolo tutto. Ti slacci la cintura e la stringi intorno al braccio sinistro. Scaldi la polvere nel cucchiaio, tre gocce di limone, un batuffolino di cotone e prelevi il tutto dentro alla siringa. Picchietti la vena, si gonfia, la pugnali con la punta dell'ago.
    CITAZIONE
    When I put a spike into my vein, and I'll tell ya, things are quite the same, when I'm rushing on my run and I feel like a Jesus' son.

    Crollate all'indietro, il trip distorto inizia, la vostra mente è succube dell' eroina. Vedi tutto nero e il tuo corpo è intorpidito sei inerme, completamente inetto ed inefficace. Sfuocato e sbiadito. Senti solo un fuoco che ti scorre lungo le vene. Afferri un coltello sul comodino accanto alle bucce di pompelmo (chi mi sgama sto riferimento, rispetto a vita) e fai scorrere la punta dell'indice sulla lama. Non senti dolore ma versi comunque lacrime di gioia estasiato dalla bellezza del colore così vivo del sangue. Inizi a incidere sulle lenzuola bianche.
    CITAZIONE
    E se il terrore delle epifanie ti ha portato alla vergogna
    piega la testa per schivare
    scegli da che parte stare
    Se la pietra non va a segno si divida la didattica in due
    spandi il colore dei sentieri dei topi tutto verde
    non urlare prova tra i due
    se scegli, se scegli, prova a perdere
    perché la perdita dei resti vieni a cominciare
    comincia il gioco I Chi-Chi Chi Chi I
    Chi Chi Chi Ika Ta Ko scegli di scegliere
    scegli di perdere, scegli di andare

    - The Black Angel’s Death Song


    Nevermind the Bollocks, Here's the Sex Pistols


    Facciamo un salto in avanti di 15 anni e da New York torniamo in Inghilterra.
    E' il 1975 l'anno di inizio della loro breve carriera durata solo tre anni.
    In molti li hanno definiti la sola punk rock band inglese. A me mè sembrano un branco dè pagliacci, poi fate vobbis.
    Il primo cantante della formazione era un brutto ceffo di nome Nightingale che venne cacciato a pedate sul deretano. A Nightingale seguì l'egregio e compostissimo Sir Johnny Lydon "Rotten" .
    Il Sir fu notato grazie ai suoi modi composti e regali e al suo elegantissimo guardaroba.
    CITAZIONE
    « Entrò con i capelli verdi. Pensai che aveva una faccia veramente interessante. Il suo look mi piacque. Aveva indosso una t-shirt con su scritto 'Odio i Pink Floyd'. Johnny aveva qualcosa di speciale, ma quando parlò, capii che era un vero coglione.

    Il gruppo prende forma ed inizia ad esibirsi, se così possiamo dire, nei locali della periferia di Londra facendosi notare più che per la musica per il loro comportamento nichilista ed anarchico. Non erano che poveri diavoli che avevano passato troppo notti con il sapore del vomito in bocca, dormendo su superfici scomode.
    Il loro successo fu determinato anche dal loro manager e storico personaggio Londinese Malcom McLaren, venuto a mancare due anni fa, al tempo compagno della signorina Vivienne Westwood che gestiva Sex la boutique specializzata in vestiario ed accessori alternative a Camden Town
    Fra ciò che era esposto potevate trovare: vestiti fetish e bondage, cowboy seminudi ritratti nel '69 dall'artista statunitense Jim French, magliette con la A anarchica, borchie e tutto quello vi possa passare per la testa.
    Tornando al gruppo e divagando dallo shopping il gruppo aveva iniziato a farsi sentire ma non erano che uno grido, uno spettacolo per i freak, si era sparsa la voce che dove suonassero si Sex Pistols c'era movimento e tanto alcol, ma niente di più.
    Il Sir era amico di un'altro nobile esemplare che rimpiazzò il bassista Matlock, cacciato per aver affermato che, testuali parole, gli piacevano i Beatles. Il posto di Matlok venne preso da Sid Vicious. Il povero Sid non era altro che uno scoppiatello che viveva la madre e passando le sue giornate a farsi di speed con la roba della madre.
    Poi conobbe il Sir e iniziò a seguirlo con il gruppo, era il loro fan numero uno, non si era mai perso un concerto neanche quando lo arrestarono 40 minuti prima dell'inizio, ma questa è un altra storia.
    Fatto sta che non aveva mai suonato il basso ma aveva un personalità particolare, era bizzarro, estraniato e completamente idiota riuscendo in qualche modo ad integrarsi con il resto della band.
    Non sapendo suonare l'ampli di Sid era tenuto sempre al minimo o spento durante i live, e le linee di basso veniva suonate da un ghost bassist nelle quinte. Ma Sid doveva stare sul palco, la coppia Rotten/Vicious era un'ottima immagine per il gruppo, erano loro i due dei quattro cavalieri dell' Apocallise venuti a portare caos e distruzione. Volevano essere delle mosche sporche e fastidiose e tormentare tutto e tutti, e così fecero.
    Due anni dopo esce il loro primo ed ultimo album Never Mind the Bollock, Here's the Sex Pistols anticipato dal singolo God Save the Queen.
    Il singolo è stato ritenuto subito un forte attacco alla regina, , facendo si che la riproduzione della canzone alla radio nazionale (BBC) non fu permessa, la rabbia cresce.
    Durante i festeggiamenti del Silver Jubiline il singolo arrivò in testa alla classifica nazionale e i Pistols decisero di festeggiare noleggiando una barca ed andando a urlare il loro credo davanti a Buckingham Palace. La cosa si scateno in un delirio generale con l' intervento della polizia per sedare la cosa con il conseguente arresto di McLaren, Rotten, Vicious ed altri amici ed altri membri.
    Never Mind the Bollocks esplode e vende più di 200.000 copie solo nel Regno Unito arrivando al numero uno e guadagnandosi il disco d'oro. Il titolo dell'album creò non pochi problemi alla band. In gergo bollock significa letteralmente coglione e molti negozi si rifiutarono di esporlo e ai pochi che non importava fu comunque vietato ritenendolo un sintomo di declino della società.
    Nel 1978 i Pistols sbarcano in America per quello che sarà il loro peggiore e breve che tour, non che l'ultimo.
    Sid Vicious, assieme alla compagna Nancy, era stato risucchiato in un uragano di eroina ed alcool che lo aveva completamente abbracciato. Una volta sciolto il gruppo in seguito a screzi fra i membri e il Sir e per il comportamento inaccettabile di Sid quest'ultimo decide di restare a New York assieme alla sua metà dove tenta la carriera solista arrivando a reinterpretare anche la famosissima My Way di Sinatra rendendola così uno dei più famosi e noti inni punk, gustosissimo il video.
    Poco tempo dopo Sid venne trovato nella sua stanza del Chelsea Hotel morto. Causa del decesso, ovviamente, overdose.
    Si spegne così il fuoco della rabbia e della rivoluzione portata dei Sex Pistols. La visione sconsolata, depravata e folle dei giovani si è soppressa e la voce è flebile a forza di gridare NO FUTURE!, alcuni ce l'hanno fatta, altri sono morti, altri stanno ancora combattendo e il loro grido rauco ed irritante continua a riecheggiare. Questi erano i Sex Pistols.
    CITAZIONE
    Right! Now ha, ha,
    I am an antichrist
    I am an anarchist
    Don't know what I want
    But I know how to get it
    I wanna destroy the passerby

    - Anarchy in the U. K.


    Aqualung


    Restiamo sempre in Inghilterra ma dalla rabbia e ribellione punk dei Sex Pistols ci avviciniamo a sonorità più studiate ed articolate.
    E' il progressive rock dei Jethro Tull e del loro album più noto: Aqualung. L'intero album descrive l'esistenza di Aqualung il clochard ritratto nella copertina protagonista e narratore dell'intero album.
    Il disco è un racconto della vita dissennata, difficile e complessa del povero Aqualung. Un fallimento a scuola, nel lavoro e nella società. L'immagine del barbone pedofilo non è stata scelta casualmente, i Jethro Tull utilizzarono Aqualung per muovere una pesante critica alla società Inglese degli anni '70.
    L'album si apre con il brano omonimo, cavallo di battaglia del gruppo, capace di far girare la testa a milioni di persone al minimo fruscio di plettro dell'intro (Na na na naa... na na na...). La canzone è stata scritta dal leader della band Ian Anderson. Al minuto 3:26 il brano raggiunge il suo climax ed esplode in un solo di chitarra fra i più noti (e meravigliosi) nel panorama musicale, per poi chiudersi in un refrain dei primi versi
    CITAZIONE
    Aqualung my friend / don't you start away uneasy / you poor old sod, you see, it's only me

    La canzone finisce e dopo pochi secondi ci accoglie il suono sublime del flauto traverso di Anderson che apre la seconda traccia del disco: Cross-Eyed Mary. Mary è una giovane donna strabica costretta a prostituirsi per vivere.
    CITAZIONE
    She's the Robin Hood of Highgate / helps the poor man get along.

    Viene definita così la ragazza che offre i suoi servizi solamente a coloro che si trovano nelle sue stesse condizioni sociali, probabilmente perché i Lord inglesi non volevano avere niente a che fare con una donna di così basso volgo. Nel brano appare anche lo stesso Aqualung, sicuramente cliente di Mary.
    Curiosità: Il famoso gruppo metal Iron Maiden ha suonato dal vivo ed inciso una cover del brano, che ne pensate di questo rifacimento?
    Cheap Day Return è la terza traccia del disco. Le sonorità elettriche sono un attimo accantonate per far spazio ad un filone acustico. Scritta da Anderson mentre aspettava il treno per tornare nella sua città a visitare il padre malato, il "cheap day return" è il nome del biglietto ferroviario usato per quella tratta. A questo filone acustico dobbiamo aggiungere i due brani consecutivi: Mother Goose e Wond'ring Aloud.
    Mother Goose, come affermato dallo stesso Anderson e intuibile anche dall'incipit del brano, non è che un collage di immagini unite l'una all'altra senza un vero e proprio filo conduttore, immagini che Anderson ha raccolta a Hampstead Heath.
    CITAZIONE
    As I did walk by Hampstead Fair

    Wond'ring Aloud abbraccia l'animo di ognuno e crea una sorta di catena invisibile che congiunge a fuoco due anime, che siano amici o amanti. La voce di Anderson è pulita, le parole sono scandite con eleganza e il ritmo è in incalzante ma soave, crea un'atmosfera irreale, sognante, incantata. La parola chiave della canzone è givin' (dare) sottolineando l'importanza dell'amicizia e dell'amore nella vita di ogni singolo essere vivente, umano o meno.
    CITAZIONE
    And it's only the giving
    that makes you what you are.

    Up to Me è un altra raccolta di immagini volte a descrivere la vita di quella che era la "lower class" inglese fra un appuntamento al bar, una rissa e le chiacchere della gente.
    Il disco acquista toni più alti, le parole si fanno taglienti, sprezzanti ed accusatorie. Il tema principale da sociale si dirama su un piano religioso specialmente nei brani My God e Hymn 43 descrivendo come la Chiesa influenzi in modo diretto ed indiretto il vivere quotidiano delle perone.
    My God non vuole essere un attacco diretto a Dio ma bensì alla mentalità cristiana ottusa e intorpidita dalla concezione dogmatica di un Dio preconfezionato dalla Chiesa
    CITAZIONE
    People -- what have you done --
    locked Him in His golden cage.
    Made Him bend to your religion --
    Him resurrected from the grave.
    He is the god of nothing --
    if that's all that you can see.

    la Chiesa Anglicana viene definita "bloody" (sanguinaria), rappresentando in modo eccellente l'idea che Anderson ha della chiesa.
    CITAZIONE
    The bloody Church of England --
    in chains of history --
    requests your earthly presence at
    the vicarage for tea.

    per poi chiudersi con due versi dal retrogusto ironico
    CITAZIONE
    You'll be praying till next Thursday to
    all the gods that you can count.

    Hymn 43 segue lo stesso filone di My God attaccando su tutti i fronti il metodo di ragionare, pensare ed interpretare la vita da parte dei cristiani che a vista di Anderson "predicano bene ma razzolano male".
    CITAZIONE
    Oh father high in heaven -- smile down upon your son
    whose busy with his money games -- his women and his gun.

    Cercando solamente un riscontro economico speculando sull'identità di Cristo e del Signore combattendo guerre in suo nome manipolando la Storia.
    CITAZIONE
    If Jesus saves -- well, He'd better save Himself
    from the gory glory seekers who use His name in death.

    Slipstream, una brevissima traccia, sempre dai tratti religiosi, immagini cinichr e realistiche dello scorrere della vita umana: nasci ma non fai in tempo a comprendere la vita che sei già morto. Il God's waiter (cameriere di Dio) a cui you have to pay the bill (devi pagare il conto) è un richiamo a San Pietro custode dei cancelli del Paradiso e braccio destro del Boss :asd: .
    CITAZIONE
    Well the lush separation unfolds you
    and the products of wealth
    push you along on the bow wave
    of the spiritless undying selves.
    And you press on God's waiter your last dime
    as he hands you the bill.
    And you spin in the slipstream
    timeless unreasoning
    paddle right out of the mess.

    Il penultimo brano dell'album è un altro cavallo di battaglia dei Tull. L'esistenza umana viene a confronto con una locomotiva inarrestabile alla quale è impossibile fermarsi. Così come è impossibile fermare lo scorrere del tempo la locomotiva continuerà ad andare inesorabile fino al declino ed al decadimento.
    CITAZIONE
    In the shuffling madness
    of the locomotive breath,
    runs the all-time loser,
    headlong to his death.

    Nel brano viene menzionato old Charlie che avrebbe manomesso i freni impedendo alla locomotiva di fermarsi. Un'interpretazione è che il vecchio Charlie sia Charles Darwin.
    CITAZIONE
    Secondo questa visione "Charlie" avrebbe manomesso la leva che per secoli hanno condizionato il modo degli uomini di pensare il mondo. Inoltre queste complesse liriche devono considerarsi una metafora sulla vita; infatti il treno, il viaggiare con esso, i binari, hanno un preciso significato simbolico. Secono un'altra interpretazione, dal momento che nella tradizione scozzese "Old Charlie" è uno dei nomignoli del Diavolo, questi, avendo dispettosamente rubato la leva del freno, ne causa il disastro.

    - Wikipedia
    La sofferente vita di Aqualung sta per giungere al termine con la locomotiva che avanza inarrestabile verso la fine. La sua Bibbia ha il segnalibro alla pagina uno e in punto di morte la sua rabbia giunge al culmine e riflette e ipotizza che forse non è stato il vecchio Charlie ad aver manomesso la leva ma era stato lo stesso Dio a farlo, e mentre questo flusso di coscienza gli attraversa la mente, la locomotiva inizia a cedere, a fischiare, rottami cadono pesanti sulla terra, il fumo si è fatto nero e il sole sta scendendo, e lentamente gli occhi si chiudono.
    Non puoi scendere da un treno che non puoi fermare perché Dio è l'eterno vincitore (all-time winner) e tu sarai l'eterno perdente (all-time looser) e la locomotiva esplode portando con se i tuoi resti (headlong to his death).

    Curiosità: Il gruppo glam-metal W.A.S.P. ne ha fatta una cover , a me non dispiace, a voi?

    Il disco si chiude con Wind Up un richiamo all'infanzia come momento di odio e di dolore verso il vostro Dio, in puro stile Freudiano. In particolare esprime tutto il suo disaccordo sul fatto che i figli debbano seguire le credenze dei genitori e a tal proposito è emblematico il verso in cui parla di "incidente di nascita" (accident of birth).
    Perché alla fine noi tutti seguiamo una religione più per tradizione ed abitudine che per vero credo, dipende tutto da in quale incrocio fra meridiani e paralleli ti capita di nascere, non hai possibilità di scelta. Cresci in quel mondo e non comprendi, è normale, è abitudine e continui a farlo e continuerai a farlo per sempre, per tutta la vita, finché la locomotiva non si esploderà menre il vecchio Charlie vi fissa dall'alto sghignazzando gustandosi pop-corn al burro.


    Che te ne pare per ora Gennarino? Ti piace la musica dello zio?
    E' strana zio Revi. A volte fa perfino paura. Però è davvero bella. Continua! Dai, sù!
    Hahaha Gennarino, mi fai davvero ridere, sei un ragazzo sveglio. Allora, vediamo, fra i dischi che a tuo zio piaceva ascoltare c'era anche...


    Blood Sugar Sex Magik


    Da gli anni '70 zompiamo di prepotenza negli anni '90, se vogliamo essere pignoli nel 1991.
    Due anni prima i Red Hot Chili Peppers (RHCP) avevano pubblicato il loro quarto album intitolato Mother's Milk dalla copertina particolarmente intrigante :xixi: che aveva riscosso un successo mediocre rispetto alle aspettative nonostante contenesse perle come Higher Ground cover della hit di Stevie Wonder, Magic Johnson in onore della stella dei Los Angeles Lakers ed anche la cover di Fire di Hendrix.
    Nell' 88 Hillel muore per overdose di eroina dopo aver pubblicato il terzo album del gruppo The Uplift Mofo Party Plan. Il batterista non regge la pressione e lascia il gruppo lasciando Anthony e Flea, rispettivamente cantante e bassista della band, smarriti e in cerca di due nuovi compagni. Ai due subentrano John Frusciante grande fan della band come chitarrista e Chad Smith nel ruolo di batterista pubblicando il loro primo album con la formazione "ufficiale", appunto, Mother's Milk.
    Blood Sugar è il secondo album, fra i quattro si è creata un' alchimia e i legami si sono fatti più intensi. Per registrare, pensare, provare ed incidere l'intero disco sono affiancati dal magico produttore Rick Rubin.
    La prima mossa di Rubin fu quella di acquistare la villa appartenuta ad Hudini dove il gruppo si trasferì a convivere ed a suonare insieme, ad esclusione di Chad che ogni notte tornava a dormire a casa sua sospettando che la casa fosse infestata dai fantasmi, lol.
    Il disco è un passaggio di fase, i ragazzi crescono e maturano. Non c'è più la stessa mentalità da ragazzini. Iniziano a comporre emozioni ed ad approcciare anche una struttura più melodica. I Could Have Lied, scritta da Kiedis dopo la rottura con la cantante Sinéad O'Connor, o il brano sperimentale Breaking the Girl che richiama a ritmiche e sonorità progressive. Il gruppo è ben saldo ed ognuno ha trovato il suo ruolo riuscendo a produrre ottime vibrazioni. Smith alla batteria ha disciplinato la band scandendo ogni attimo con estrema precisione mentre Frusciante ha portato una nuova atmosfera prediligendo uno stile unico ed introspettivo. Il gruppo risulta fresco e l'album scorre veloce, senza intoppi.

    Ps: di Frusciante vi invito fortemente ad ascoltare anche i suoi album solisti. I suoi lavori sono qualcosa di unico completamente differenti dal suo operato nei peperoncini.

    Però, come già detto, questo è un disco di transizione e le vecchie abitudini, si sa, sono dure a morire. Nell' album possiamo trovare delle serenate dettate dagli ormoni di Kiedis come Suck My Kiss, Sir Psycho Sexy e la perversa Greetings Song :look2: in puro stile Red Hot.

    Kiedis si era dato ad una scrittura più intima e riflessiva, quasi poetica, sfogando in alcune righe la frustrazione e depressione data dall'eroina. La poesia finì nelle mani di Rubin che consigliò al cantante di sviluppare l'idea sotto forma di canzone. Kiedis e Frusciante passarono giorni a studiare la ritmica, gli accordi, le alterazioni, il ritornello. Alla composizione prese parte anche la madre di John nel ruolo di corista assieme al figlio nel bridge conclusivo. La canzone è Under the Bridge, una ballad biografica e malinconica nella quale Kiedis culla a se la sua città, L.A., descrivendone vizi e virtù, pregi e difetti e di come ti sappia incantare ed incoronare Re ed allo stesso tempo distruggerti e straziarti.
    CITAZIONE
    Sometimes I feel
    Like I don't have a partner
    Sometimes I feel
    Like my only friend
    Is the city I live in
    The city of angels
    Lonely as I am
    Together we cry

    Sebbene abbia raggiunto la fama mondiale con i peperoncini, Kiedis non si sente felice. Provò a smettere più volte con la droga chiedendo aiuto anche a varie cliniche, ma con scarsi risultati. Fra le righe troviamo estratti di sofferenza, angoscia il tutto risollevato dalla chitarra di Frusciante che ci permette di respirare e di intravedere un po' di luce fra la malinconia.
    Il testo è un vero tête-à-tête fra Kiedis e una L.A. personificata a cui vengono rivolte domande e interrogativi.
    Il ritornello gioca sulle assonanze invocando un aiuto, come in preghiera.
    CITAZIONE
    I don't ever want to feel
    Like I did that day
    Take me to the place I love
    Take me all that way

    La parte finale è la confessione di Kiedis e la presa di coscienza di aver buttato buona parte della sua vita, il tutto cullato dai cori di Frusciante and the mother.
    CITAZIONE
    Under the bridge downtown
    Is where I drew some blood
    Under the bridge downtown
    I could not get enough
    Under the bridge downtown
    Forgot about my love
    Under the bridge downtown
    I gave my life away

    A causa del successo di "Give It Away", la band non aveva previsto che "Under the Bridge" avrebbe avuto un successo commerciale. La Warner Bros. inviò dei rappresentanti a un concerto dei Chili Peppers al fine di capire quale sarebbe stato finalmente il successivo singolo della band. Quando Frusciante cominciò a suonare "Under the Bridge", Kiedis mancò l'attacco; l'intero pubblico cominciò a cantare la canzone. Kiedis fu inizialmente mortificato per aver fatto una cazzata davanti ai rappresentanti della Warner.
    CITAZIONE
    "Chiesi scusa per la cazzata, ma loro dissero 'Cazzata? Ci stai prendendo in giro? Quando ogni singolo bambino in un concerto canta una canzone, quello è il nostro prossimo singolo.'"

    "Under the Bridge" fu quindi selezionata come secondo singolo estratto dall'album. La canzone raggiunse il secondo posto della Billboard Hot 100 facendo si che Under the Bridge sia stata nominata la Starway to Heaven degli anni '90.
    I RHCP dopo Blood Sugar hanno continuato a pubblicare album come One Hot Minute, ma senza Frusciante che non riuscendo a sostenere le pressioni della fama si era ritrovato invischiato nel tunnel della droga rendendo così il posto vagante. Fu rimpiazzato da Dave Navarro, già chitarrista dei Jane's Addiction, che donò un atmosfera più dark alla band prediligendo riff heavy metal affiancati a testi che trattavano la depressione, solitudine, paranoia e l'abuso di droghe.
    Nel '99, con il ritorno di Frusciante ripulito dalla droghe, il gruppo pubblico l'album più che conquistò la vetta delle chart di tutto il mondo: Californiacation. L'album conteneva hit come la title track Californication e la ballad Scar Tissue.
    Nel 2002 pubblicano By The Way in cui Frusciante è il marionettista del gruppo. E' l'album più melodico della band ed è un altro successo commerciale grazie all'omonima canzone By The Way e Cabron.
    Nel 2006 sulla scia degli album doppi pubblicano Stadium Arcadium che ha anch'esso scalato le top di tutto il mondo grazie a singoli come Dani California, Snow e Tell Me Baby.
    L'ultimo album è del 2011, senza Frusciante che è nuovamente uscito dal gruppo. Il suo posto è stato preso da Josh Klinghoffer un'altro giovane chitarrista dallo stile anch'egli molto particolare. Con lui alle sei corde i peperoncini hanno pubblicato I'm With You anticipato dal singolo The Adventures of Rain Dance Maggie e Monarchy of Roses. L'album contiene anche altri brani più confidenziali, dove spuntano nomi di persone, probabilmente amici del gruppo, come la dedica di Kiedis al figlio in Ethiopia e Brendan's Death Song una ballad in memoria di un amico morto.
    Inoltre quest'anno i Red Hot Chili Peppers sono entrati nella Rock and Roll Hall of Fame e non sembrano voler smettere di sfornare ottimi dischi.
    Se avete occasione guardate anche qualche video live passato come il live a Slane Castle e il live in Hyde Park e soprattutto quelli dell'ultima tournè del nuovo album, passano gli anni e so' sempre meglio :xixi:


    The Doors


    Sono le 4 p.m. e sono seduto in un tavolo d'angolo del Whisky a Go-Go su Sunset Bulevard sorseggiando birra con mescal a parte in un bicchiere bicchiere lungo e stretto tutto appannato dal caldo di questa città. Trecentosessanta giorni di perenne caldo, fottuto caldo che ti fa sudare in ogni dove, anche dove il sole non arriva. C'è un bel via-vai di persone, principalmente giovani dai sedici anni in su.
    Ho un appuntamento qua intorno alle 4.30 con Jim Morrison cantante del gruppo The Doors, hanno da poco pubblicato il loro primo LP omonimo che ha riscosso un successo galattico finendo al numero uno in classifica e vendendo milioni di copie. Ci sono strane voci che girano Jim mi hanno detto che è un po' weird ed ha una passione per gli stupefacenti e l'alcol, staremo a vedere.
    Fatto sta che è ancora presto e sia la birra che il mescal stanno agli sgoccioli. Alzo la mano e ordino un altro giro. Arrivano, ghiacciate, orgasmo golale. Poco dopo una macchina rossa accosta e scende un bel ragazzo con lunghi capelli scuri e uno sguardo penetrante. Mi abbasso gli occhiali per fissarlo meglio e lanciare un segnale credendo fosse Jim. Abbassa lo sguardo verso di me, che sono a sedere, e sorride. Viene verso di me camminando in modo strano, tremendamente dinoccolato ed instabile come se fosse sul punto di cadere da un momento all'altro, in equilibrio. Si mise a sedere e mi fissò intensamente per i cinque secondi più lunghi della mia vita. Il suo sguardo era seducente ed invasivo, ne restavi soggiogato. Iniziamo a parlare di interessi comuni, ci scambiamo qualche idea mentre dividiamo il mio drink. Il suo modo di parlare è criptato, simbolico, assurdo, poetico.
    Poco dopo gli chiedo se gli va di rispondere a qualche domanda più specifica sulla a proposito dell'album, del gruppo e di se. Quando gliel'ho chiesto si è fatto più serio ed ha affermato che non gli piace particolarmente parlare con i giornalisti.
    Fatto sta che accetta e dalla tasca tira fuori una scatolina di legno e ne estrae una canna, la accende, me ne offre una, accetto.
    Perchè vi chiamate The Doors? Da dove viene questo nome?
    Mi dice che è stato lui a scegliere il nome, deriva da un verso di William Blake che è astato ripreso anche da Aldous Huxley nel suo saggio sugli effetti della mescalina.
    CITAZIONE
    « Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe agli uomini come realmente è: infinita. »

    Afferma che ci sono cose che si conoscono e altre che non si conoscono. Esiste il noto e l'ignoto, e in mezzo ci sono Le Porte (The Doors). I Doors sono i sacerdoti del regno dell'ignoto che interagisce con la realtà fisica, perché l'uomo non è soltanto spirito, ma anche sensualità. La sensualità e il male sono immagini molto attraenti, ma dobbiamo pensare a esse come alla pelle di un serpente di cui ci si libererà.
    Rimango per un attimo spiazzato dalla risposta e continuo con la prossima domanda.
    I suoi testi sono diversi dalla musica che sentiamo oggi, sono sottili, simbolici come mai ha scelto di adottare questo metodo di scrittura?
    "Perchè la vera poesia non dice niente, elenca solo delle possibilità, apre tutte le porte, e voi potete passare per quella che preferite."
    Jim adora leggere, è rimasto incantato da On the road di Kerouac e i suoi padrini intellettuali sono Blake, Nietzsche e Rimbaud il quale sosteneva che il poeta di fa Veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi.
    Ed in effetti Jim non scherza riguardo a sregolatezza, continua a bere ed a fumare e mi ha detto che assume frequentemente anche l'acido lisergico, meglio noto come LSD. Immagina il concerto rock come la rinascita della tragedia greca.
    In scena Jim subiva una completa metamorfosi: la sua voce dolce e garbata diveniva roca, aspra, profonda e potente; la sua posa dinoccolata si faceva arrogante, baldanzosa; il suo quieto volto si trasformava in migliaia di maschere di tensione e di emozione; e i suoi occhi, di solito così penetranti e attenti, diventavano vacui e lontani, fino a tramutarsi in due finestre illuminate davanti al pubblico. Con questo sguardo chiaroveggente Jim sembrava scrutare sia nel futuro sia nel passato. Emetteva strani suoni animaleschi, urlava, strepitava come se soffrisse. I suoi abiti di cuoio o di pelle di serpente crepitavano e gemevano quando si muoveva. Le sue movenze e i suoi gesti si facevano spasmodici, frenetici, come se si fosse trattato di una persona in preda a una crisi epilettica. Danzava, non in modo fluido e aggraziato, ma con brevi passi saltellanti e moto a stantuffo, sporto in avanti, la testa che scattava su e giù. Si muoveva come un indiano d'America in una danza rituale. Sul palco Jim diventava lo Sciamano. Nel corso dell'esibizione, come un festante dionisiaco, cantava dei miti moderni, e come uno sciamano evocava un panico sensuale per rendere significative le parole di questi miti. Agiva come se un concerto fosse un rito, una cerimonia, una seduta spiritica, e lui era lo strumento per la comunicazione con il sovrannaturale. Tentava di strappare gli spettatori dai loro posti a sedere, dai loro ruoli, dalle loro menti, così che potessero vedere l'altro lato della realtà, anche solo per una breve occhiata. Il suo messaggio era: apriti un varco comunque ti sia possibile, ma fallo adesso. Spesso il messaggio era sfocato e così si perdeva tra la musica, i miti, la magia e la follia.

    Il tempo scorre veloce e passiamo a parlare del disco.
    E' il vostro primo LP come è stato creare un disco simile? Come è stato lavorare assieme agli altri membri e di cosa trattano i brani?
    I brani contenuti sono Brake on Through, un 4/4 blues con un buon giro che richiama alle ritmiche della salsa che è il primo singolo uscito, The Crystal Ship dedicata ad un amore che stava per finire, Light My Fire, il secondo singolo e forse il brano più conosciuto della band è stato scritto dal chitarrista Robby Krieger con la quale i Doors hanno raggiungo il successo mondiale e infine The End il cantante afferma il seguente a proposito di The End : Tutte le volte che ascolto questa canzone, significa qualcosa per me. Cominciava come una canzone d'addio probabilmente per una ragazza, ma potrebbe essere vista come un addio a un tipo d'infanzia. Sinceramente non lo so. Io penso che sia sufficientemente complesso e universale nella sua immaginazione che possa essere quasi qualcosa che si vuole".
    Il rapporto con il gruppo era ottimo e tutti erano felicissimi di essere riusciti a creare un disco eccellente pieno zeppo di sonorità nuovissime e che avrebbe rivoluzionato il mondo della musica. Jim ora come ora non vuole altro che suonare con la band e continuare a scrivere delle sue visioni per poterle trasformare in musica e donare realtà al suo spettacolo mentale fondendo arte e musica, realtà e immaginazione, teatro e verità.
    Il nostro tempo è finito, ci sarebbero ancora tante cose da dire, da chiedere e da raccontare ma non è più possibile. Ci salutiamo con un'amichevole stretta di mano e lui risale sulla stessa macchina rossa dell'andata che è tornata a prenderlo e sparisce verso Venice Beach.
    Io rimango ancora un po' qua, a pensare e riflettere a proposito di quest'uomo, artista e poeta, immaginandone il futuro ma non riuscendolo a cogliere; poi prendo il quaderno, lo chiudo con la penna a metà come segnalibro e lo metto sotto al braccio. Accendo una sigaretta ed inizio a camminare, nella mia mente risuonano i versi di The End e tutto intorno a me è sereno.


    A Day at the Races


    Negli anni '70 a Londra quattro ragazzi formarono quello che è ancora oggi uno dei migliori gruppi di sempre, i Queen.
    Alla chitarra domina l'elegante Brian May, il piano ritmico era gestito da Roger Taylor alla batteria e John Deacon al basso. Leader carismatico e voce della band fu il grande Freddie Mercury, nome d'arte di Farrokh Bulsara.
    Il disco venne registrato allo studio Sarm West and Wessex, Gran Bretagna. Il titolo si rifà a quello dell'album immediatamente precedente, A Night at the Opera. Entrambi i titoli sono ispirati ai due omonimi celebri film dei fratelli Marx, noti in Italia con i titoli tradotti di Una notte all'opera (1935) e Un giorno alle corse (1937). Infatti nelle intenzioni della band, i due album dovevano inizialmente essere pubblicati insieme come album doppio (progetto a cui teneva tantissimo soprattutto May); la casa discografica, tuttavia, ritenne più prudente pubblicare i due lavori indipendentemente per contenere i costi e ridurre il rischio economico vista anche l'atipicità dei contenuti musicali, che non davano certezze sul successo di vendite.
    A Day at the Races è il quarto album della band e le loro sonorità sono profondamente influenzate da altri gruppi inglesi come Beatles, Zeppelin, Rolling Stone, Pink Floyd.
    Mercury era completamente estasiato dalla voce di Robert Plant, Elvis Presley, Eric Clapton, e Aretha Franklin.
    Lo stemma dei Queen, conosciuto anche con il termine inglese Queen Crest, venne disegnato da Freddie Mercury, che si diplomò al Ealing Art College di Londra, poco prima dell'uscita del primo album della band; infatti la versione originale del logotipo dei Queen, divenuto segno distintivo del quartetto, è riportato inoltre sul retro della copertina di Queen. L'immagine, che comparve per la prima volta in copertina con A Day at the Races nel 1976, è inoltre presente, in diverse versioni, nelle copertine degli album A Night at the Opera, Greatest Hits II e Queen Rocks. Mercury aveva disegnato questo logotipo perché voleva per il suo gruppo "un simbolo dell'epoca", basandosi sullo stemma reale del Regno Unito, integrando per questo motivo eleganza, patriottismo e regalità. Questo logo, di cui esistono diverse versioni, era spesso visibile sulla grancassa della batteria di Taylor, durante i loro primi concerti.
    L'immagine include i segni zodiacali dei quattro componenti della band; due leoni rampanti, che identificano Taylor e Deacon, presidiano la corona della regina al centro di una "Q" (Queen), sormontata da un granchio color bronzo metallico che indica il segno di May, il Cancro, sopra il quale si libra un anello di fiamme che dà l'impressione di una seconda corona. Due fate bianche, a rappresentare la Vergine, che identifica Mercury, contrapposte al color senape dei leoni, osservano dal basso la lettera. Tutti gli elementi sono sovrastati da una grande fenice con le ali spiegate, uccello mitologico conosciuto per la capacità di ritornare in vita dalle sue stesse ceneri, scelta in segno di immortalità e speranza. Il giallo e l'arancio sono i principali colori dello stemma, con una sfumatura di rosso per quanto riguarda la fascia che forma la "Q". Sulla parte inferiore, il nome "Queen" appare in stile latino, con curvature ben definite.
    In questo LP sono presenti alcune delle canzoni più famose ed apprezzate del gruppo come Somebody to Love, Tie Your Mother Down e Good Old-Fashioned Lover Boy.
    Somebody to Love è una delle composizioni più conosciute in assoluto del repertorio dei Queen, una canzone d'amore interplanetario scritta da Freddie Mercury. Si posizionò al secondo posto in classifica, ma come accadde ad altre canzoni dei Queen, fu ripubblicata nel 1993 come singolo in occasione del Freddie Mercury Tribute, raggiungendo il primo posto.
    Il brano è una ballad rock caratterizzata da grandiose parti vocali: i Queen sovrincisero le loro voci fino a creare l'impressione di un grandioso coro gospel, di notevole fattura e grande energia. In sede live fu uno dei più grandi successi della band inglese. Brian May ha detto in un'intervista che la canzone era ispirata alla musica di Aretha Franklin del quale lo stesso Freddie era, appunto, un grandissimo fan.
    Nell'album Greatest Hits III, viene inserita una versione cantata al Freddie Mercury Tribute insieme a George Michael.
    Tie Your Mother Down è stata scritta da Brian May a Tenerife in Spagna. Nelle classifiche questa canzone non fu un gran successo, ma nei concerti dal vivo è uno dei brani più amati e riusciti della band dove esplodono in tutta la loro potenza.
    Il pezzo nell'album viene introdotto da un gong e dal riff di White Man e il finale di Teo Torriatte, per poi sfociare nel famoso riff iniziale.
    Nel solo di questo brano, per la prima volta Brian May usa in un album dei Queen uno strumento noto ai chitarristi come slide, strumento che utilizzerà nuovamente otto anni più tardi per l'assolo di Radio Ga Ga.
    Nel 2006 i Queen rimasti hanno cantato con i Foo Fighters più volte questa canzone. La performance più importante è stata quella al Vh1 Rock Honors.
    May ne cantò una versione live al Vh1 per promuovere il suo album Another World nel 1998, la quale riscosse molto successo. Questa interpretazione è caratterizzata da un inizio parlato che introduce la canzone stessa. Brian suona con una Ibanez acustica amplificata da un pick-up eseguendo due apprezzabili assoli.
    Senza alcuna ombra di dubbio i Queen sono uno dei migliori gruppi che la storia ci ha regalato e le loro canzoni hanno emozionato e continueranno ad emozionarci per sempre.


    The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars


    Millenovecentosettantadue, lungo a scriversi. Guardando indietro mi mi viene da pensare a quanti eventi mondiali siamo stati assenti.
    Nel 1971 muore nella sua casa al n. 17 di rue de Beautreillis, Parigi il cantante dei Doors Jim Morrison; nello stesso anno, qualche parallelo più in su, si formavano i Queen.
    Nel 1972 a Derry, in Irlanda del Nord, i parà britannici aprono il fuoco uccidendo 13 persone durante una manifestazione pacifica per i diritti umani. È il Bloody Sunday a cui Bono e compagnia bella hanno dedicato Sunday Bloody Sunday.
    Nel 1973 i Pink Floyd pubblicano The Dark Side of the Moon.
    Direi che può bastare, no? :xixi:
    Fatto sta che nel 1972 il rock diventa un ballo in maschera. Sotto le sgargianti luci dei neon, impazzano i giovani "dudes": neo-fricchettoni che trasformano i barbosi raduni eco-pacifisti dei loro cugini hippie in uno sfrenato festival del kitsch. Che sia "peace and love", insomma, ma senza più vincoli ideologici o politici di sorta. Trionfano così il disimpegno, il travestitismo e l'ambiguità sessuale, in un profluvio di lustrini e paillettes, piume e rimmel, stivali e tutine spaziali. È il tempo del "glam-rock" e di una nuova ubriacante Swingin' London. "Rock 'n' roll col rossetto", lo definirà John Lennon. In questo carnevale delle vanità, David Bowie centra la maschera perfetta: Ziggy Stardust. Un alieno androgino dalle movenze sgraziate, truccato come una drag queen e munito di parrucca color carota. È lui "l'uomo che cadde sulla terra", il messia ("a leper messiah") di una rivoluzione rock che dura una stagione sola, il tempo che passa tra la sua ascesa e la sua caduta ("the rise and fall"). E in questa parabola c'è tutta la rappresentazione dell'arte di Bowie: la messa in scena del warholiano "quarto d'ora di celebrità", l'edonismo morboso di Dorian Gray, la parodia del divismo e dei miti effimeri della società dei consumi e, non ultimi, i presagi di un cupo futuro orwelliano.
    Il disco, fu registrato dalla stessa formazione di Hunky Dory ribatezzata the Spiders from Mars per l'occasione.
    Romantico e voluttuoso, ambiguo e sfrontato, "extraterrestre", e quindi libero dai tabù sessuali che incatenano l'umanità, Ziggy polveredistelle è la quintessenza dello spirito glam. In lui convivono passato e futuro. È la maschera che incorpora tutti gli stereotipi del rock filtrati attraverso la lente grottesca del glam. Una caricatura del divo, destinato a essere idolatrato dal pubblico e schiacciato dallo star-system. I suoi modelli sono i padrini del rock (Jim Morrison (The Doors), Brian Jones (Rolling Stones), Mick Jagger (Rolling Stones), Lou Reed (Velvet Underground), Jimi Hendrix (The Jimi Hendrix Experience)), ma anche personaggi improbabili, come Vince Taylor, il "Presley francese", rocker dei Sixties morto pazzo e suicida, e The Legendary Stardust Cowboy, ovvero Norman Carl Odom, bizzarro bluesman americano. La finzione scenica, però, prevarica presto la realtà e Bowie si incarna nel suo alter ego fino a immolarlo sul palco, donandogli l'immortalità. Già, perché è sul binomio "effimero-eterno" che si gioca tutta l'opera, e il fatto che alla fine abbia prevalso il secondo (il disco è tuttora considerato un classico) è la dimostrazione che nel dandy londinese marketing e arte sono un binomio vincente e inscindibile.
    Musicalmente, l'album è una raccolta di ballate romantiche e di rock'n'roll elettrificati e tiratissimi. Musica da suonare a tutto volume, come raccomanda il retro della copertina. Nelle undici tracce viene sfoderato tutto l'armamentario glam: dalle voci sguaiate ed effeminate alle chitarre affilate, dagli arrangiamenti pomposi d'archi alle melodie struggenti. Ma in tanto melodramma Bowie non si prende mai sul serio: le sue canzoni sono uno sberleffo alla morale bacchettona, un saggio di trasgressione ironica e, spesso, di puro nonsense. Per aumentare il clamore, poi, confesserà al britannico Melody Maker: "Sono gay e lo sono sempre stato". Vero o falso, non importa: lo scandalo è creato, perché "fame, what you need you have to borrow" ("fama, quello di cui hai bisogno devi prenderlo in prestito").
    L' epopea di Ziggy inizia con una profezia apocalittica. La Terra è prossima all'Armageddon, restano cinque anni prima della catastrofe: "We had five years left to cry in". E' la batteria di Woodmansey a dettare le cadenze di "Five Years", che parte come una ballata languida e si impenna in un magnifico crescendo, fino a toccare il climax con l'urlo isterico di Bowie. Cullato dalla rapsodia swing di "Soul Love", l'ascoltatore viene poi proiettato in un sogno a occhi aperti: "Moonage Daydream", l'Era lunare è arrivata (l'uomo sbarca sulla Luna nel 1969) e con essa il suo messia.
    CITAZIONE
    "I'm an alligator, I'm a mama-papa coming for you/ I'm the space invader, I'll be a rock 'n' rolling bitch for you".

    Ziggy è un redentore, dunque, ma anche "una puttana" in mano ad un industria discografica sempre più esaltata dallo stridulo falsetto di Bowie, dalle distorsioni da capogiro della Gibson Les Paul di Ronson e da un assolo di sax al fulmicotone. Ziggy è l'uomo delle stelle, invocato nella ballata spaziale di "Starman", una delle melodie più leggendarie di Bowie ed uno dei brani più famosi assieme a Heroes. Il celeberrimo ritornello ("There's a starman waiting in the sky/ He'd like to come and meet us/ But he thinks he'd blow our minds") è un capolavoro, degno di stare al fianco dei classici dei Beatles. Perché come i quattro di Liverpool, Bowie possiede la rara dote di saper costruire da poche sillabe ciò che gli americani chiamano "hooks", gli ami da pesca, capaci di catturare per sempre l’ascoltatore.
    Il melodismo bowiano trionfa nella svenevole "Lady Stardust", con le chitarre sature e le struggenti figure di piano di Ronson ad assecondare il canto da crooner. Il brano voleva essere un omaggio a Marc Bolan (nel demo originario si intitolava proprio "A Song For Marc"), ma le "Femme fatales emerged from shadows" riportano direttamente al Lou Reed di "Velvet Underground & Nico". Porta invece la firma di Ron Davies l’unica cover del disco, "It Ain't Easy", sorta di space-country con un ritornello quasi gospel. A spezzare questo clima trasognato da musical anni Trenta provvedono un paio di scorribande proto-punk lanciate a velocità forsennata dai Ragni Marziani: "Hang On To Yourself", che per ammissione degli stessi Sex Pistols ispirerà "God Save The Queen", e "Suffragette City", inno alle prostitute con tanto di esclamazione post-orgasmica ("Ohhh, wham bam thank you ma'am!"), che farà da colonna sonora alle pantomime sessuali di Bowie e Ronson sul palco dello Ziggy Stardust Tour.
    Divenuto ormai "Star", Ziggy può finalmente esser celebrato dal riff immortale della title track: la chitarra gracchiante di Ronson sottolinea la storia della stella che "strabuzzava gli occhi e agitava la chioma come alcuni gatti giapponesi", ma che è finita in pasto a un'orda di fan-carnefici.
    "Facendo l'amore col suo ego Ziggy fu risucchiato nella sua mente/ come un messia lebbroso/ Quando i ragazzi l'hanno ucciso, ho dovuto sciogliere il gruppo".
    Bowie si traveste da cantastorie appassionato, ma in realtà è dietro le quinte, a muovere i fili della sua creatura con aristocratico sarcasmo. La conclusione naturale del disco non può che essere un "suicidio del rock and roll", consumato nel più teatrale dei modi, con una sigaretta in bocca ("Time takes a cigarette, puts it in your mouth") e implorando un ultimo gesto d'affetto ("Gimme your hands, cause you're wonderful"), che Ziggy mimerà negli show dal vivo andando incontro al pubblico. Gli Spiders From Mars allestiscono un altro terrificante crescendo, sfondo ideale per il canto allucinato e nevrastenico di Bowie. Sceneggiata da cabaret brechtiano, "Rock And Roll Suicide" è il commiato del disco e il brano con cui, il 4 luglio 1973, nel corso di un concerto all'Hammersmith Odeon di Londra, Bowie annuncerà la morte di Ziggy, tra le lacrime dei fan. I "dudes" resteranno a galla ancora per un po' (a loro Bowie dedicherà anche l'inno generazionale "All The Young Dudes", affidato ai Mott The Hoople), lo stesso Bowie si rifarà il trucco per un altro paio di dischi in quello stile (ottimo soprattutto "Aladdin Sane"), ma l'epopea glam si dissolverà rapidamente nella polvere di stelle del suo eroe.
    Un paio di curiosità che non fai male: la copertina del disco ritrae Bowie con acconciatura stile Greta Garbo in una piovosa Heddon Street, a pochi metri da Regent Street, nel cuore di Londra; nella versione rimasterizzata su cd sono stati inclusi cinque bonus: "John I'm Only Dancing" e "Velvet Goldmine" (due eccellenti b sides di 45 giri), l'inedita "Sweet Head" e i due demo di "Ziggy Stardust" e "Lady Stardust".
    Irrimediabilmente datato, ma al tempo stesso foriero di tanto rock a venire, il melodramma di Ziggy Stardust abbatte gli sterili confini tra cultura "alta" e "bassa". Chiunque negli anni abbia affrontato il rapporto tra performer e pubblico ha dovuto fare i conti con questo alieno in calzamaglia. "Era una creatura nata per essere idolatrata dai fan la utilizzai servendomi dei semplici canoni del rock'n'roll" affermò poi negli anni a seguire Bowie. Un prodotto di marketing, insomma, ma studiato fin nei minimi dettagli. Come un'opera d'arte.
    Per dirla con le parole di Bowie
    "pensavamo d'essere esploratori d'avanguardia, rappresentanti d'una forma embrionica di post-modernismo".
    Un'arte "totale", in cui la musica si sposa con il teatro, il music-hall, il mimo, il cinema, il fumetto, le arti visive, ma senza mai perdere di vista l'obiettivo finale: la celebrità. "Diventerò famoso" aveva giurato lo stesso Bowie prima della pubblicazione di "Ziggy Stardust". Chi lo definisce "un disco commerciale", dunque, non si sbaglia. Si sbaglia solo quando pensa che arte e commercio non siano compatibili. Un abbaglio che diventa colossale quando si pronuncia il nome di David Bowie.

    ---

    Credits:
    Articolo scritto da Revi per FFReport.Net

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    Edited by Revi - 3/1/2013, 01:11
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    Introduzione sciocca e fitta di luoghi comuni: Skrillex come se fosse l'unico produttore di musica elettronica e peraltro incapace (a me non piace ma, specie all'inizio, ha evoluto i sound dubstep ed elettro-house in qualcosa di inedito), e come se la musica elettronica tutta fosse insulsa e bastasse accendere un computer per fare qualcosa di buono. In realtà funziona esattamente come gli strumenti analogici (che poi la musica elettronica non si fa mica per forza con i computer): se sei bravo produci roba buona (su una scala dal discreto all'eccellente/disco-storico), altrimenti fai una schifezza allo stesso modo di chi prende una chitarra, strimpella due note e si spaccia per bravo. Più o meno come la maggiorparte dei gruppi amatoriali. Un disco può essere insulso e di qualità, allegro o triste, x o y prescindendo dagli strumenti. Innovazione e sperimentazioni sono inseparabili dal concetto di musica: i migliori, quasi sempre, innovano e sperimentano. Di esempi ce ne sarebbero un miliardo e anche più.

    Questo luogo comune lo trovo insopportabile, scusa.

    Gli album che preferisco sono quelli in cui trovo qualcosa di artistico e che costruiscono un flusso coerente e piacevole: non un'accozzaglia di roba insomma. I Pink Floyd mi hanno sempre incuriosito ma ancora li approfondisco, forse anche per la vastità della discografia. Magari partirò proprio da qui.

    edit: Dimenticavo. Copertina stupenda.
     
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  2. Revi
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    CITAZIONE (Dadz @ 20/5/2012, 11:15) 
    Introduzione sciocca e fitta di luoghi comuni: Skrillex come se fosse l'unico produttore di musica elettronica e peraltro incapace (a me non piace ma, specie all'inizio, ha evoluto i sound dubstep ed elettro-house in qualcosa di inedito) [...]

    Questo luogo comune lo trovo insopportabile, scusa.

    Gli album che preferisco sono quelli in cui trovo qualcosa di artistico e che costruiscono un flusso coerente e piacevole: non un'accozzaglia di roba insomma. I Pink Floyd mi hanno sempre incuriosito ma ancora li approfondisco, forse anche per la vastità della discografia. Magari partirò proprio da qui.

    edit: Dimenticavo. Copertina stupenda.

    L'introduzione è volutamente sciocca, mi pare si noti anche dai termini usati, dal fatto che io sono zio e che ho un nipote che si chiama Gennarino.
    L'attacco alla musica elettronica è anch'esso voluto prendendo Skrillex come capo espiatorio di tutti dato che, in questo momento, è sulla bocca di tutti (ma potevo prendere Guetta, LFMAO, Com Truise, Aphex Twin, Boards of Canada).
    Questa prima edizione del Top of Report tratterà i 10 miglior album del panorama rock mondiale, ecco spiegato il tutto.

    Se non hai mai ascoltato i Pink Floyd allora non ti resta che iniziare per poter esserne così catturato e risucchiato. Ti consiglio di non limitarti solamente a Dark Side ma anche ti dare un'ascolto ai primi album come A Saucerful of Secrets e The Piper the Gates of Dawn.
     
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  3. Cantilux
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    Consiglio anche I wish you were here
     
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  4. Revi
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    CITAZIONE (Cantilux @ 23/5/2012, 10:03) 
    Consiglio anche I wish you were here

    Essente me rompipalle maximum ti riprendo dato che il titolo dell'album è senza la I :xixi: solo Wish You Were Here.

    Se dovessi limitarmi a fare una classifica dei migliori album dei Pink Floyd senza alcun dubbio sarebbe in quest'ordine.

    1. The Wall

    2. Dark Side of the Moon

    3. Animals

    4. Wish You Where Here

    5. Ummagumma


     
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  5. Yesolo
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    CITAZIONE
    Se dovessi limitarmi

    hai detto bene :asd:

    io non so, non ho un album da consigliare nel senso che sono da ascoltare tutti! A momentary lapse of reason e the division bell per dirne altri due che non stanno nemmeno nella tua top 5 ma che a me piacciono molto.

    Forse era meglio se comprendevi l'intera discografia piuttosto che un "album rappresentativo" ma ci si accontenta XD
     
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  6. Shalentir
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    Dopo aver letto una presentazione del genere mi hai fatto venire voglia di ascoltarli, decisamente. Appena avrò un po' di tempo per dedicarmici con la giusta attenzione mi ascolterò almeno quest'album =)
     
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  7. Revi
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    Allora ho fatto bene a fare questa guida musicale :fyfy: , pensavo che lo avessero ascoltato tutti questo LP almeno una volta.

    Che gioventù bruciata proprio, non ci posso crede tumblr_m3xnycRuD71qk0am0
     
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    Ero quasi sicuro al 100 % che c'era almeno una canzone dei Queen :')
     
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  9. Revi
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    Aggiunto nuovo disco settimanale: The Velvet Underground + Nico.
     
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  10. Licisca
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    In realtà non c'è molto dire, se i Pink Floyd sono sempre stati considerati al pari di "dei" della musica è perchè nella loro carriera hanno sempre dimostrato di esserlo. Dark Side Of The Moon è solo uno dei concept più belli che hanno prodotto, e ne consiglio vivamente l'ascolto a chiunque non l'abbia ancora fatto (magari con l'atmosfera giusta ;) ). Vi accorgerete,ascoltandolo, che un brano segue l'altro in modo fluido e senza pause. Rimarrete catturati per tutta la durata dell'album senza neanche rendervene conto,ve lo posso assicurare.

    Per quanto riguarda Velvet Underground + Nico, posso solo dire che anche soltanto le melodie di questo album sono assolutamente stupefacenti,rendendolo assolutamente unico. Si parte da suoni calmi e dolci di Sunday Morning,passando a brani più accellerati e dai toni punk di I'm Waiting For My Man,fino ad arrivare a melodie dai risvolti psichedelici in Venus in fur o Heroin.Insomma,un vero e proprio trip. Lo so,ci ho messo molta enfasi, ma solo perchè ritengo che la collaborazione di questi 3 artisti abbia dato vita ad un album che purtroppo oggi non viene molto preso in considerazione.


    Edited by Revi - 27/5/2012, 16:13
     
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  11. Revi
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    CITAZIONE (Licisca @ 27/5/2012, 15:52) 
    In realtà non c'è molto dire, se i Pink Floyd sono sempre stati considerati al pari di "dei" della musica è perchè nella loro carriera hanno sempre dimostrato di esserlo. Dark Side Of The Moon è solo uno dei concept più belli che hanno prodotto, e ne consiglio vivamente l'ascolto a chiunque non l'abbia ancora fatto (magari con l'atmosfera giusta ;) ). Vi accorgerete,ascoltandolo, che un brano segue l'altro in modo fluido e senza pause. Rimarrete catturati per tutta la durata dell'album senza neanche rendervene conto,ve lo posso assicurare.

    Per quanto riguarda Velvet Underground + Nico, posso solo dire che anche soltanto le melodie di questo album sono assolutamente stupefacenti,rendendolo assolutamente unico. Si parte da suoni calmi e dolci di Sunday Morning,passando a brani più accellerati e dai toni punk di I'm Waiting For My Man,fino ad arrivare a melodie dai risvolti psichedelici in Venus in fur o Heroin.Insomma,un vero e proprio trip. Lo so,ci ho messo molta enfasi, ma solo perchè ritengo che la collaborazione di questi 3 artisti abbia dato vita ad un album che purtroppo oggi non viene molto preso in considerazione.

    "The Velvet Underground & Nico" è il primo album che riesce a mescolare insieme rock e blues, psichedelia e avanguardia. Un lavoro che trae lezione dal passato per proiettarsi idealmente nel futuro. Non a caso è diventato una pietra miliare per le band del punk, della new wave e perfino del post-rock. La decostruzione rumorosa del rock, le sinestesie artistico-musicali, le storie violentemente urbane e letterarie dei testi ne fanno un'opera unica. Un totem del rock di cui non si contano i tentativi d'imitazione. Tanto che, se si fa attenzione, si può scorgere un passaggio di "The Velvet Undeground & Nico" in quasi ogni singolo brano del rock moderno.
     
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  12. Revi
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    Nuova uscita settimanale: Aqualung!
     
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  13. Licisca
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    Io non mi esprimo in merito ai Jethro Tull poichè non saprei essere oggettiva,sono troppo di parte. Adoro Ian Anderson e trovo quasi inconcepibile credere che chiunque abbia ascoltato questo concept album non vi ci sia perso dentro per poi uscirne completamente appagato.
     
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  14. TurboJuly
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    News of the World dei Queen no?!

    Ottimo, the dark side of the moon già sentito....

    Ottimo topic!
     
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67 replies since 19/5/2012, 16:16   5,667 views
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